On. Efisio Serrenti Capo gruppo sardista in Consiglio Regionale – Nuoro – 23 Maggio 1995

Scrivo questa lettera non a carattere personale ma istituzionale perché, se lo credi, ne conservi documentazione agli atti del Gruppo.
Nell’ultimo Consiglio Nazionale svoltosi a Oristano sabato scorso hai svolto un durissimo attacco contro i proponenti un emendamento aggiuntivo al documento stilato nella mattinata da alcuni amici del Consiglio Nazionale alla presenza e partecipazione del Presidente Meloni.
Nell’attacco ti sei rivolto contro un anonimo sardista, che pur avendo ricoperto in passato importanti cariche rappresentative, continuava a muoversi ed agitarsi con mire oscure promettendo agli altri partiti potenziali accordi di cui non aveva nessuna disponibilità e rivolgendosi ad esponenti di altri partiti per tutelare interessi propri o di altri amici.
Hai chiuso minacciosamente dicendo “non fatemi dire altro”; quasi che volessi tacere per amor di Patria il nome del responsabile o chissà quali altre torbidi azioni.
Poiché è mia abitudine affrontare a viso aperto situazioni non chiare, o comunque, ambigue ho chiesto la parola per dire che io ero uno dei sostenitori dell’emendamento dandone, penso, rigorosa e razionale motivazione (una Segreteria Nazionale in regime di prorogatio deve operare nell’ambito dell’ordinaria amministrazione, mentre noi oggi siamo chiamati ad affrontare una crisi regionale che ordinaria amministrazione non è. Di qui la necessità di dare supporto politico alla Segreteria del Partito attraverso un Comitato espresso dal Consiglio Nazionale e presieduto dal Presidente del Partito. Tutto qui. La tesi da me più volte sostenuta di riservare la responsabilità di certe decisioni al Gruppo del Consiglio Regionale, pur non potendo riferirsi alle ipotesi di formazione dei Governi ma all’ordinaria attività parlamentare, non è stata comunque recepita dall’attuale Statuto del Partito.
Ho altresì criticato il tono e la forma della tua polemica perché suscettibile di esasperare le lacerazioni all’interno del Partito anziché ricomporle. Ho rivendicato alla mia esperienza di militante tutte le responsabilità che mi sono derivate dall’esercizio dei mandati amministrativi, consiliari e parlamentari che su indicazione del Partito ho ricevuto dal popolo sardo.
Ciò ho fatto pubblicamente perché non voglio ombre di nessun genere sulla mia testa; poi privatamente ti ho chiesto chiarimenti sulle tue affermazioni. Mi hai detto che l’attacco svolto in Assemblea non si riferiva a me ma ad altro ex Parlamentare di cui mi hai pure fatto il nome. Non di meno, sarà un caso, ma alcuni riferimenti possono ancor oggi essere interpretati come un’accusa nei miei confronti.
Se così fosse, sia pure nell’inconscio del tuo dire, voglio confermarti:
a) che il mio dialogo con le altre forze politiche, organizzate o no, si è sempre svolto nei rapporti che ho con le persone, attraverso i giornali, nelle tavole rotonde, nei dibattiti televisivi e in altre sedi ed occasioni cui sono spesso invitato.
Non prometto mai nulla ma propongo, con fervida speranza, la federazione di tutto il sardismo potenzialmente presente in Sardegna, certo come sono che solo la costituzione di una grande forza interpartitica raccolta intorno ai principi del sardismo può dare al nostro popolo l’arma e la forza vincente del suo futuro.
Penso che negli anni 2000 questo sia il ruolo del P.S.d’Az.
Considero nefasta la chiusura che i Partiti-apparato continuano ancora oggi a praticare attraverso le rispettive strutture organizzative capaci di creare solo tante debolezze che, pur disuguali fra loro, costituiscono la debolezza globale della Sardegna. In tale contesto potranno solo accaparrarsi qualche fetta di potere sardo destinato nei fatti a ridursi per la contestuale invadenza del potere esterno.
Con questa visione della politica mi batto e continuerò a battermi nel Partito e fuori del Partito convinto di fare così il mio dovere di sardista.
b) Nel tuo intervento hai adombrato palesi appetiti a prossime candidature dell’anonimo personaggio.
Sempre nell’ipotesi che, anche inconsciamente, volessi riferirti a me, voglio ricordarti che il Partito e il Gruppo Consiliare unanimi mi hanno offerto la candidatura come capo lista alla Camera dei Deputati nelle elezioni (credo) del ’92 quando è stato eletto Giancarlo Acciaro.
Ricorderai, perché eri presente, che pur ringraziando dell’onore ho declinato l’offerta, come giorni dopo a San Teodoro (dove il Segretario Nazionale di allora mi ha raggiunto), ho declinato la candidatura a Senatore che poi è stata offerta a Valentino Martelli.
Nelle elezioni politiche del ’94 ho nuovamente rifiutato la candidatura a Cagliari o, se avessi preferito a Nuoro, nella trattative, non andate poi a buon fine, che i potenziali partiti alleati, insieme agli amici sardisti, mi offrivano.
Tali rifiuti furono in effetti motivati dalla consapevolezza che, pur eletto, avrei rappresentato solo una parte del Partito suscitando contestazioni, emulazioni e, perché no?, invidie di chi ritiene che sia finalmente arrivata la propria ora senza capire che, per molti di loro, quell’ora non arriverà mai.
Il mio intento è servire l’idea e non servirmi di questa.
Ultimo accenno.
c) Parlare con esponenti di altri partiti per tutelare interessi proprio di amici.
Non ho interessi miei da tutelare ma, se li avessi, non esiterei, sempre che leciti, a chiederne la tutela a chiunque sia in grado di farlo lecitamente alla luce del sole.
È invece molto frequente che io tuteli, ripeto sempre alla luce del sole e nell’ambito del lecito, gli interessi e i diritti di una moltitudine di amici che continuano a chiedere soccorso per muovere una burocrazia, talvolta semi paralitica, per richiamare l’attenzione di politici o amministratori che hanno potere diretto o indiretto sulla soluzione di vicende spesso complesse, talvolta modeste, talvolta rilevanti ma sempre meritevoli, sul piano umano, di solidarietà e rispetto.
Ciò faccio avvalendomi di amici con i quali ho confidenza o con persone del tutto sconosciute ma che hanno comunque responsabilità nell’ambito dei temi trattati. In questa materia non ha rilevanza la militanza politica dell’amico che chiede aiuto, né di colui che, sussistendone i presupposti, deve provvedere.
Tutto questo alla luce del sole, l’ho sempre fatto, continuerò a farlo, convinto che la solidarietà sia ben più che un fatto affettivo, ma piuttosto un dovere civile.
Credo che verrò a Cagliari nei prossimi giorno e, aderendo alla tua cortese sollecitazione, non mancherò di passare al Gruppo. Forza Paris