Intervento giornalistico – La Nuova Sardegna –  Nuoro – 9 Marzo 1998

Leggo il malizioso e simpatico corsivo a firma dell’amico Filippo Peretti a proposito della mia assenza dal convegno-dibattito promosso a Cagliari sul cinquantenario dello statuto dal gruppo sardista e, poi dalla manifestazione che ne è seguita davanti al Consiglio regionale nel pomeriggio.
Sono iscritto al Partito sardo e non ho alcuna intenzione di restituirne la tessera. Gli organizzatori della manifestazione sapevano che altri impegni per i quali avevo già speso la mia adesione, me lo avrebbero impedito. Che qualcuno dentro il partito mi voglia fuori dai piedi è ben possibile e poiché di questi intuisco i motivi, me ne sento onorato.
Oggi il mio impegno è fare il sardismo sempre più forte e diffuso. L’ho scritto sul Vostro giornale e ribadito attraverso interviste, dichiarazioni e convegni.
Sono sempre più convinto della necessità assoluta di creare un grande movimento d’ispirazione sardista che, assumendo il federalismo delineato nella proposta di statuto approvata dal Partito Sardo d’Azione il 10 gennaio 1946 su proposta di Gonario Pinna, esprima tutta la forza e l’orgoglio della sardità in tutte le sedi politiche, istituzionali e nella società; ovunque si assumano decisioni che coinvolgono i grandi interessi dei sardi e se ne elaborino i peculiari valori. Il riferimento al progetto di statuto del 1946 è solo un’indicazione; il dibattito è aperto ed ogni contributo non può che arricchirlo.
L’importante è che nessuno si chiuda nella solitudine che troppo spesso caratterizza i nostri comportamenti sia di persone che di gruppo, associazioni e partiti.
La Sardegna ha bisogno di tutti – dico tutti – coloro che credono nei suoi valori, nel potenziale di cui è capace per diventare protagonista dei processi storici delle grandi comunità di cui fa parte: italiana, mediterranea ed europea; alla pari con le altre componenti nazionali, grandi o piccole che siano.
Presupposto di traguardi di così grande respiro è di necessità la libertà istituzionale nel più ampio quadro della solidarietà. Sempre più attuale quindi il tradizionale Forza Paris che è messaggio non di chiusure gelose nei rispettivi particulares ma una fervida, efficiente operosa unione. Dal dibattito, sereno, aperto e costruttivo scaturiranno forme e tempi (stretti) perché ai prossimi confronti con i poteri esterni all’isola noi sardi ci andiamo uniti.
Il convegno di Bosa consentirà alle diverse componenti del sardismo diffuso organizzate nei partiti, movimenti, circoli o semplici militanti dell’ideale sardista, insofferenti però di tessere e gerarchie politiche, di dar vita ai comuni impegni di lotta.

Per questo sabato 15 tutti a Bosa.  A parlar di Sardegna non si stancherà nessuno.