Comunicazione all’on. Luigi Cogodi, Assessore regionale degli Enti Locali – Cagliari 5 giugno 1987

In risposta alla sua di questo pomeriggio, chiarisco e preciso:
poiché ritengo l’interpretazione data dal Partito Comunista agli episodi criminosi posti in essere nel mesi scorsi da sconosciuti malviventi contro alcuni amministratori comunali pericolosamente suggestiva e, come ta­le inficiata da valutazioni deformanti sul reale significato da attribuire agli episodi medesimi, sono molto perplesso sulle iniziative proposte in considerazione del loro carattere più declamatorio che non sostanziale.
Debbo ricordare come i fatti di Oniferi si inscrivano in una logica del tutto estranea alla vita dei partiti, mentre quelli di Orgosolo, pur essi maturati in motivazioni estranee alla militanza partitica, sembrerebbero esprimere insoddisfazione e protesta per la gestione di beni comunali aventi ad oggetto, in particolare, per quello che se ne è sentito, le terre pubbliche.
Le tensioni non sono per altro mai mancate né a Desulo né nel vicino paese di Aritzo e atti di violenza sono stati reiteratamente compiuti in danno di terre pubbliche con l’incendio di pinete e il conseguente annientamento di grossi investimenti. Anche qui la gestione delle terre comunali sembra essere la causa principale delle tensioni.
Altri episodi meno rilevanti della stesso periodo hanno dato luogo purtroppo ad affrettate prese di posizione del potere pubblico, delle forze politiche, della Giunta e dello stesso Consiglio regionale per cui si è presunto una sorta di legame unificante di tutti questi episodi, quasi a scoprire l’esistenza di una vera e propria congiura volta a colpire gli amministratori comunali, specie quelli di sinistra o addirittura militanti del Partito Comunista.
La solennità delle sedi che sono state interessate dal dibattito, la notorietà del protagonisti, il coinvolgimento delle istituzioni ha suscitato tale attenzione nell’opinione pubblica da concentrare le luci della cronaca sugli episodi criminosi, facendoli assurgere a fatto dominante della vita pubblica.
In effetti, sin da subito, parlando in Consiglio regionale, cercai di smorzare i toni ricordando come, purtroppo, episodi di violenza contro pubblici amministratori non sono infrequenti nella storia sarda, anche in tempi relativa mente recenti come nel corso di tutto questa secolo; persino in pieno regime fascista.
L’aver fatto da cassa di risonanza ai primi episodi ha senza dubbio operato come stimolo possente e suggestivo per quella fascia di individui che, insoddisfatti per qualsivoglia motivo (legittimo e illegittimo) del comportamento di un pubblico amministratore, anziché limitarsi alle normali proteste o ai possibili ricorsi, storditi dal clamore del battage suscitato dalla stampa scritta, radiofonica e televisiva, dalla mobilitazione di tante importanti personalità sentono irresistibile la suggestione di divenire essi stessi protagonisti misteriosi ed inafferrabili di tanto clamoroso interesse.
L’emulazione è in questi casi il vero e più subdolo dei pericoli.
Credo che faremo cosa seria, concreta e importante incontrandoci con il Ministero dell’Interno, sollecitando un diverso e più incisivo impegno nelle indagini, cercando di andare affondo del problema e, solo dopo averne avuto la soluzione o una chiave di lettura sufficientemente attendibile, assumere le iniziative che insieme riterremo necessarie e non solo sul piano dell’ordine pubblico. Taluni obiettivi della relazione Medici sono ancora attuali.
Dare notizia ai giornali che noi ci riuniremo in seduta straordinaria significa soltanto creare da un lato attese che ben difficilmente troverebbero risposta nelle nostre decisioni e dare, per altro verso, impulso all’escalation dell’esaltazione morbosa da parte di soggetti pericolosamente inclini alla violenza.
L’argomento viene iscritto all’ordine del giorno e sarà trattato martedì mattina alle ore 9 per le determinazioni che la Giunta intenderà assumere. Riunirci prima servirebbe solo a darne notizia ai giornali.