Lettera al Presidente della Regione – 29 novembre 1991

Caro Presidente,
pur nel letto di un ospedale, avviluppato nei fili elettrici che spiano ogni mia funzione, non manco di pensare alla nostra cara Sardegna che ti accingi al difficile compito di guidare nel difficile cammino che ci attende.
Dirti che ti accompagna, insieme ai Colleghi che sceglierai o ti hanno scelto, il mio augurio più fervido, trepido e commosso, è dire cosa che già sai e sanno i colleghi con i quali dividerai questa responsabilità.
Che dirti? il mondo va furiosamente a destra. Le elezioni in Europa ed in Italia lo confermano. Ma non è questo che mi preoccupa. Un sano, pulito, razionale, umano governo di destra può essere, in certi momenti, una risposta politica efficace.
Questa però non è destra. È barbarie. È odio dell’uomo contro l’uomo. Del ricco che non vuole fra i piedi il povero. Ne prova intolleranza e lo vuole scacciare; sinché i terroni e i colored erano pochi e indispensabili per assolvere a bassi servizi erano accettati e trattati con umanità. Ma ora, col numero diventato fatto politico, è la politica che li rifiuta.
In questo contesto di chiusure, di solitudine quale ruolo credi possa assumere la Sardegna? Noi abbiamo un credito di secoli da riscuotere da debitori che non hanno alcuna voglia di pagare. Se possono ci sfruttano ancora utilizzando se non altro le bellezze naturali, i recessi suggestivi e luminosi della nostra terra, rammaricandosi solo del fatto che ad imbruttirla ci siamo ancora noi.
Questa è politica.
Cosa opponi? Come ti prepari alla battaglia? Confidando sulle amicizie politiche romane? Andrai incontro a delusioni cocenti. Persone degnissime che però obbediscono alla ferrea legge degli interessi.
Devi avere tu una politica di interessi. Di forti, spigolosi, irrinunciabili interessi. È così? Temo di no.
La crisi che avete aperto non ha dato luogo a dibattito, a linee diverse seppur contrapposte. Vi siete seduti sconfitti sulla staffetta, quasi che il cambiare sedia cambi il potere.
Ho stima e affetto per te e per gli assessori che sceglierai (spero).
La storia della Sardegna è lunga, difficile, esaltante. Non bruciarti in un focherello. Hai nerbo, intelletto, orizzonte per guardare lontano ed individuare il tuo momento che sarà, lo spero, quello della nostra gente.