Lettera al Presidente del Consiglio Giovanni Goria – 21 gennaio 1988

Onorevole Presidente,
ritengo doveroso richiamare alla sua cortese attenzione il fatto che nessun rappresentante della Sardegna è stato chiamato a far parte del Consiglio di Amministrazione delle Società che, ai sensi della Legge “64” sono deputate a promuovere iniziative e attività preordinate al conseguimento degli obiettivi di sviluppo previsti dall’intervento straordinario nel Mezzogiorno e nelle Isole.
Il fatto desta non poca preoccupazione atteso che nella scelta dei designati non sono estranee considerazioni politiche e quindi di rappresentanza degli interessi delle diverse aree economiche oppresse dal sottosviluppo.
L’esclusione dei rappresentanti di un’area quale la Sardegna ove, ancor oggi, si registra il più alto numero di disoccupati d’Italia e forse (salvo, credo, l’Andalusia) d’Europa, appare una vera e propria discriminazione o, quantomeno, sottovalutazione dei suoi problemi, e comunque, inaccettabile.
Egualmente inaccettabile per altro si configura l’esclusione ove questa si legittimi con i criteri della professionalità dei chiamati, visto che in Sardegna operano personalità di grande prestigio culturale e professionale nelle materie che costituiscono oggetto dell’impegno assolto dalle società sovraricordate.
Certo che il Suo autorevole intervento varrà ad instaurare un più corretto rapporto fra le attività promozionali del potere pubblico nel Mezzogiorno e la Comunità Sarda, Le porgo il più cordiale e deferente saluto.

Biglietto scritto a mano:
Caro Giovanni,
ti ho scritto l’allegata lettera con il “cuore” in mano. Spero che ti sia possibile darci ragione, oltreché in virtù del tuo intimo convincimento, anche sul piano istituzionale.
Con viva cordialità, Mario