Bachisio Bandinu alla Pubblica Istruzione della Sardegna – Nuoro, 5 settembre 1994

Il rifiuto opposto dalla Segreteria Nazional del P.S.d’Az. all’ipotesi di far proprio il nome di Bachisio Bandinu quale Assessore alla Cultura, ripropone il dilemma se il Governo debba essere espressione funzionale dei Partiti o non invece delle grandi correnti di pensiero e dei valori politici e sociali per i quali gli stessi Partiti hanno chiesto il consenso.
Nella cosiddetta vecchia Repubblica i Partiti si arrogavano per intero il diritto di designare i propri uomini, giungendo a suddividersi (anche all’interno del medesimo Partito) tale prerogativa, non tanto in funzione delle idee quanto dei gruppi di potere pudicamente chiamati correnti.
La degenerazione del sistema si era addirittura istituzionalizzata attraverso il “Manuale Cencelli” e, quasi una sorta di tumore, aveva determinato l’occupazione dello Stato e di tutte le sue istituzioni ad opera dei Partiti e delle correnti in continua rissa fra loro.
La democrazia si è così trasformata in regime sprofondando nelle sabbie mobili di tangentopoli.
L’ondata leghista da un lato, missina e berlusconiana dall’altro, nello spazzar via la classe dirigente responsabile di un tale sfascio, pur non qualificandosi per proposta e prospettiva politica, ha indubbiamente significato la condanna dei Partiti e del loro modo di fare politica.
Il giocare sui numeri per far emergere le grevi mediocrità di null’altro preoccupate che di agguantare una qualsiasi maniglia del potere, sembrava non dovesse più riproporsi.
Era lecito attendersi che alla responsabilità del Governo venissero chiamate personalità più qualificate per limpidezza morale, preparazione e capacità propositiva.
Alla luce d queste considerazioni che meglio di Bachisio Bandinu avrebbe potuto rappresentare, soprattutto nella versione sardista, l’uomo capace di aprire serie e valide prospettive al vigoroso svilupparsi della cultura sarda?
Certo Bachisio Bandinu non è il solo: uomini come Giovanni Lilliu o Francesco Masala, tanto per fare qualche esempio, potrebbero con altrettanta dignità assolvere allo stesso compito.
Ma tant’è il Presidente Palomba ha fatto il suo nome e di lui discutiamo.
I sardisti amano Bachisio Bandinu, ne hanno stima, ne condividono le battaglie e colgono nell’ampio orizzonte nel quale Bachisio è abituato a muoversi tutte le potenzialità di una cultura sarda che non si chiude nella solitudine delle piccole cose, ma attinge ai valori dell’universale.
Perché cultura è solo se universale.
È bene che la Segreteria Nazionale del Partito rifletta. Chiudersi nello steccato delle tessere impoverisce il confronto politico e non apre ad alcuna prospettiva.
Sono stati fatti i nomi di Gonario Lorrai, Lina Crobu; persone degnissime. Sarebbe davvero meschino contrapporli a Bachisio Bandinu che entrambi stimano e dal quale sono stimati.
Il Partito Sardo ha belle e nobili tradizioni, recuperiamole perché di quelle abbiamo bisogno e non di beghe.