Programma Rechar – Parlamento europeo- primi anni ’90

Signor Presidente, vorrei rapidissimamente dire che, affrontando un tema di così rilevante attualità, non si riesce a sfuggire al dubbio che la motivazione di fondo della proposta, nonostante le parole incoraggianti del rappresentante della Commissione che ho appena udito e che sono alla base del progetto Rechar, vada individuata in una politica che accetta le cause della crisi dell’industria mineraria tentando di attenuarne soltanto le conseguenze sociali ed economiche.
Si accetta cioè il progressivo abbandono dei bacini minerari in vista di considerazioni che io ritengo più speculative che economiche, sacrificando a queste la strategia dell’indipendenza energetica o, quanto meno, la riduzione della dipendenza energetica del Continente europeo.
Le esperienze del recente passato – dalla crisi di Suez a quella dell’Iran, dell’Irak, al rifiuto-ribellione dei popoli colonizzati per secoli di continuare a fornire materie prime ai paesi industrializzati – dovrebbero insegnarci come tutta questa politica si fondi sulla precarietà dei fattori internazionali, per cui le certezze.