Ma quel grido è una luce per tutti noi – La Nuova Sardegna – 16 gennaio 1999

Bisogna capirlo. Che fa un generale destinato a difendere i sacri confini della patria, che ha elaborato le stra­tegie per sconfiggere i possibili agguerriti nemici, quando alle frontiere si ammassa­no eserciti multinazionali intenzionati a invadere il territorio armati e organizzati però soltanto di macchine fotografiche per un deludente turismo? Nemici da com­battere? Assolutamente nessuno. Il tem­po trascorre inesorabile.
Queste amare considerazioni devono aver travagliato le giornate del nuovo co­mandante della Brigata Sassari. La consa­pevolezza di guidare la più gloriosa ed eroica brigata dell’esercito italiano, la più decorata per le imprese realizzate nella guerra ’15-’18, deve avere acuito una sorta di complesso «invidioso». Quella sorta di problema così mirabilmente descritto dal­la studiosa Nereide Rudas che porta a reagire o emulando e superando il model­lo invidiato o a rimuoverlo.
Rimuovere la Sassari? Impossibile. Il comandante è lui! Prova allora a uccider­ne l’anima. Quell’empito morale che ne aveva fatto non un’aggregazione di persone, ma una forza palpitante e generosa di sardità.
Un empito che esplodeva in un grido di guerra ma esprimeva un drammatico messaggio di fraterna, solidale unità: Forza paris!
Rimuovendolo si cancella l’identità e la Sassari ridiventa un oscuro reparto. Certo, oscuri erano i contadini, i pastori, i giovani intellettuali che han dato collettivamente vita a gesta di sublime eroismo, diventato leggenda e mito. Il mito del popolo sardo di cui allora la coscienza nazionale italiana ha scoperto emotivamente il valore silente e generoso.
No, non era il coraggio temerario di più singoli che salivano sul piedistallo per la gloria di un giorno, ma la forza morale di un popolo che ritrovava nella propria unità la luce della storia. Gli oscuri contadini e pastori con i ragazzi studenti, o poco più, in veste di loro ufficiali, combatterono per l’Italia da sardi. Gente che ha dato vita a un Forza paris diventato messaggio per l’unità dei sardi nella grande battaglia per il loro riscatto dall’emarginazione, dal sottosviluppo e dalla subalternità; nella profetica battaglia per una Sar­degna anticipatrice di storia in nome di un federalismo europeista che oggi sta di­ventando credo politico per i popoli del nostro continente.
Ecco la forza del «Forza paris». Ha uni­to un popolo in guerra scrivendo pagine di eroismo. Ha ammonito i sardi (che la guerra non avevano fatto) a seguirne l’e­sempio per ritrovare nell’unità le ragioni di un nuovo fecondo rapporto con la co­munità italiana nella prospettiva di un fe­deralismo autonomista capace di realizza­re su solide basi di libertà la riforma de­mocratica dello Stato nel contesto euro­peo.
Il messaggio del Forza paris si rivolge ai giovani del 2000 perché rinnovino nella solidarietà e nell’impegno civile la fiducia e l’entusiasmo per camminare sui difficili sentieri della storia, in nome di una Sarde­gna che dialoga con il mondo e dà il suo contributo alla pace operosa del tempo a venire.
La sua luce, la luce di quel Forza paris, non si spegnerà: da un non lontano e mai dimenticato passato illumina il nostro av­venire.