Intervento sulle servitù militari

Intervento sulle servitù militari, Consiglio Regionale della Sardegna, Cagliari (febbraio 1987)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare l’onorevole Melis, Presidente della Giunta.    MELIS, (P.S.d’Az.). Presidente della Giunta.
Signor Presidente, colleghi, ho ascoltato con interesse e confesso con qualche preoccupazione il dibattito che si è svolto sui temi introdotti dalle interpellanze dei colleghi. Interesse per una tematica che ha mobilitato il Consiglio regionale, le forze politiche, le organizzazioni sindacali, le amministrazioni comunali, l’opinione pubblica, che ha visto i giornali, gli organi di informazione sensibilizzarsi negli anni e sottoporre a rigorosa valutazione critica il progressivo estendersi del condizionamento militare nella nostra isola in un clima di crescente insofferenza, sino a diventare sempre più concreta contestazione in considerazione del fatto che gran parte di questa presenza militare non appariva e non appare finalizzata ai principi della solidarietà nazionale, ma più semplicemente a esercitazioni che possono benissimo svolgersi in qualunque parte del territorio dello Stato, ma che vengono chissà perché concentrate in Sardegna, occupandone il territorio, limitandone la fruizione a fini civili estromettendone le popolazioni penalizzando l’economia globale della nostra regione. Una condizione per cui si è andata scompensando la così detta solidarietà in termini così squilibrati da vedere la Sardegna presente nel contesto nazionale con 22.000 ettari di demanio contro i 16.000 globali del resto dello Stato, ma la Sardegna presente con una serie non solo di servitù, che sono forse la parte minore e meno incisiva ma di così dette occupazioni temporanee che di temporaneo hanno solo il nome ma che di fatto si ripetono in tutto il corso dell’anno, in tutti i giorni della settimana, di tutti i mesi di tutti gli anni, da che sono state istituite. Solo di recente si è riusciti ad ottenere brevi moratorie, nel periodo estivo, per non spaventare i turisti che vengono da lontane contrade magari da Milano o da altre zone dove non sono abituati a questi spettacoli, e non possono subire i traumi di questo tipo di utilizzazione dei cieli, del mare e della terra. Ma per tutto il resto il resto dell’anno si svolgono nei poligoni così detti di Perdasdefogu di Capo Frasca che però quando si dice Perdasdefogu si dimentica che si va da Perdasdefogu al mare e non attraverso una linea ideale, che è quella che dovrebbe percorre re il missile ma una linea ben più ampia che si dilata a triangolo e che costituisce oggetto dei Notam quotidiani diffusi dalla Aviazione militare, che interdicono i voli civili per larga parte nelle coste sarde per cui anche gli aerei di linea sono costretti a dirottare e certamente scoraggiano l ‘arrivo dei grandi charter delle compagnie di navigazione straniere che probabilmente sarebbero in grado di far affluire, con i mezzi aerei, come avviene nelle Baleari, per centinaia e centinaia di voli quotidiani nei nostri aeroporti il grande flusso dei turisti stranieri. Certo un aggravarsi così imponente, che ha indotto il Consiglio regionale a prendere posizioni ben precise che ha consentito a chi vi parla nella sua veste di assessore regionale espressione della Giunta di intervenire in sede nazionale alla conferenza nazionale sulle servitù militari, con posizioni estremamente critiche dure severe nella richiesta di riduzioni quantitative e qualitative di questa presenza militare comunque denominata da servitù a occupazioni temporanee a demanio, senza suscitare né scandali né sorpresa e neppure sdegna circa un disimpegno dell’amministrazione regionale o di chi la rappresentava in ordine ai grandi temi della difesa nazionale ma è il riconoscimento corretto e leale del governo che al rappresentante della Sardegna rispondeva assumendo l’impegno e sto citando parole testuali il ministro della difesa si impegna per chi avesse bisogno di ricordare meglio leggo “si impegna a ricercare in relazione agli esiti della conferenza, “”conferenza alla quale, ripeto, abbiamo contribuito con interventi che avevano lo spirito e il taglio da me ricordato,— “la riduzione quantitativa e qualitativa dei gravami connessi con 1’esercitazioni a fuoco delle unità terrestri e aree in Sardegna”.

Una posizione che non è di chi vi parla, ma è espressione solenne del Consiglio regionale interpretata dall’Assessore, per la parte della Giunta, e ricordo dal Presidente della seconda commissione Cogodi, che ottenne il consenso e anzi l’apprezzamento dei consiglieri. Ma vorrei ricordare a chi debbo dare atto all’onorevole Rojch, di aver ricondotto in termini accettabili il confronto di aver restituito dignità alle critiche che sono state mosse alla Giunta, perché ascoltando l’onorevole Floris stamani ho veramente avvertito una sorta di involuzione nel ruolo del Consiglio una sorta di rottura dei rapporti che correttamente devono riproporsi tra maggioranza e opposizione una rottura che non interessa solo il fatto del ruolo delle parti ma che rischia di compromettere i valori che sono in discussione. Il contrastare così senza profondità, né rilievi in un appiattimento puramente frontale le iniziative della giunta, significa non dialogare con la Giunta, non creare costruttivamente un dibattito, ma sottrarsi al dibattito, rifiutare il dibattito. Ecco perché ho apprezzato se pure nelle forme critiche in cui l’onorevole Rojch ha affrontato il suo discorso, l’equilibrio di valutazioni che sono soggettive ma come tali meritevoli di valutazione e di confronto, ed io a questo confronto sono lieto di giungere.
Ecco onorevole Rojch, lei non deve e non può rimproverare alla Giunta di aver espropriato il Consiglio dei suoi poteri, delle sue prerogative, assumendo iniziative senza aver preventivamente sentito il Consiglio, posto che la Giunta si è mossa in perfetta coerenza e nell’ambito delle direttive, come dire, di indirizzi molto specifici e particolari che lo stesso Consiglio ha dato alla Giunta. E tra i firmatari di queste direttive c’è anche il suo nome; ordine del giorno Cogodi, Mannoni, Corona, Rojch, e si impegna la Giunta perché si mobiliti affinché il Governo proceda all’attuazione, in tempi brevi, del deliberato del 10 gennaio 1980 della Commissione difesa. E lei sa, lo ricorderà, che la Commissione difesa andava patrocinando la riduzione quantitativa e qualitativa delle servitù militari in Sardegna e nel Friuli. E si riferisce alle crescenti manifestazioni di volontà delle comunità locali e delle popolazioni della Sardegna evidentemente insofferenti di questo estendersi delle servitù. Ma lei chiede che siano eliminate dal territorio della Sardegna tutte le installazioni militari non direttamente collegate al sistema difensivo nazionale e al sistema difensivo NATO. E la Giunta regionale sta seguendo rigorosamente questa politica; ma la Giunta regionale.
– Floris (D.C.): Legga anche quello che c’è più avanti.
– Melis (P.S.d’Az.), Presidente della Giunta: Non crederà che debba leggere proprio tutto.
– Floris (D.C.): Non si deve parlare solo della Conferenza regionale ma anche di quella nazionale.
– Melis (P.S.d’Az.), Presidente della Giunta: Ma la Conferenza l’abbiamo fatta. Questo è un ordine del giorno del 10 aprile 1981, dopo abbiamo fatto la Conferenza e si è svolta proprio in questi termini. Abbiamo fatto prima una Conferenza regionale, purtroppo lei era occupato in altro e non è potuto intervenire e poi abbiamo partecipato alla Conferenza nazionale di cui le ho letto le conclusioni. Questi indirizzi validi allora lo sono ancora oggi: o il Consiglio regionali li revoca o la Giunta si attiene a questi. Non può la Giunta ogni tre giorni tornare in Consiglio e chiedere; avete qualche ripensamento? Se il Consiglio non ha ripensamenti la Giunta si muove secondo questi indirizzi.- Rojch (D.C.): Sono di sei anni fa.
– Melis (P.S.d’Az.), Presidente della Giunta: Caro Rojch, sono di sei anni fa ma se non ci sono nuovi indirizzi la Giunta deve tener conto della validità di questi, a meno che lei personalmente non abbia cambiato opinione però politicamente, in termini legislativi e di governo, si fanno interpellanze ed interrogazioni, si creano situazioni di confronto nuove, di nuovo dibattito e si muta politica; ma se la politica è sempre la stessa la Giunta segue quegli indirizzi. Non per sfidare nessuno non per muovere guerra alle istituzioni militari dello Stato; il tentativo di mistificare gli atteggiamenti coerenti, rigorosi della Giunta con una sorta di velleitarismo terzomondista (come da qualche parte si è voluto affermare) o di pura e semplice contrapposizione alla politica dello Stato, in materia di alleanze dello Stato. Sono veramente fuori luogo, badate, stiamo discutendo di problemi che in questo Consiglio sono stati affermati reiteratamente, ripetutamente; stiamo operando su quella linea, non ci siamo mossi di un millimetro, ci siamo trovati di fronte ad una estensione delle servitù e l’abbiamo contrastata questa estensione. Non è che si è creato chissà quale terremoto, ci si messi in contrasto con gli indirizzi di questo ordine del giorno, con il deliberato del Consiglio? Ci siamo trovati non di fronte alla riduzione delle servitù, ma alla loro estensione e l’abbiamo contrastata obbedendo a principi stabiliti da questa assemblea. quindi non ci potete, non ci dovete rimproverare perché nel momento in cui fate questo indebolite la posizione della Giunta, nel momento stesso in cui la Giunta sta per andare al confronto con il governo dello Stato, nel momento in cui voi assumete questa posizione indebolite la posizione della Sardegna nella sua globalità perché la Giunta non ha certamente la protervia di ritenersi rappresentante della maggioranza ma secondo i principi più solidi della democrazia ritiene di dover rappresentare l’intero popolo sardo.
– Rojch (D.C.): Siamo perché il Consiglio recuperi il suo ruolo; e la D.C. sostiene l’impegno ad andare verso una soluzione istituzionale discussa dal Consiglio. Questa è la sostanza.
– Melis (P.S.d’Az.), Presidente della Giunta: È quello che stiamo facendo; mi pare di aver appena chiarito e detto questo. Onorevole Rojch mi pare di averle detto che stiamo operando secondo le direttive del Consiglio.
– Rojch (D.C.): Da oggi in poi, non lo so sino ad oggi.
– Melis (P.S.d’Az.), Presidente della Giunta. Onorevole Rojch non la capisco, si spieghi meglio perché non è un dialogo fra me e lei.
– Rojch (D.C.). Sino ad oggi in questi due mesi non è stato così. Prendiamo atto che ci sarà una nuova posizione ma fino ad oggi non è stato così.
– Melis (P.S.d’Az.), Presidente della Giunta. Onorevole Rojch, lo ripeto solo per lei perché gli altri mi sembra che abbiano capito. Noi ci siamo mossi.
(Interruzione dell’onorevole Rojch) PRESIDENTE. Onorevole Rojch la prego di lasciar continuare il Presidente della Giunta.
Melis (P.S.d’Az), Presidente della Giunta. Onorevole Rojch se lei le cose le sollecita io gliele dico proprio tutte.
– Rojch (D.C.). Le dica che poi io stasera le rispondo.
– Melis (P.S.d’Az.), Presidente della Giunta. Le ripeto che noi ci siamo mossi in coerenza con gli indirizzi del Consiglio di cui le ho dato lettura e che portano anche la sua firma, e che non sono stati sino ad oggi smentiti. Si chiede cioè la riduzione delle servitù. Noi ci siamo trovati in questa circostanza di fronte all’ampliamento delle servitù e ci siamo opposti, tutto qui. È di una semplicità solare. Di che cosa ci accusate se siamo stati rigorosamente osservanti dei principi e delle norme di democrazia, dei principi e delle norme che un esecutivo deve affrontare nei rapporti con l’assemblea. Quando l’assemblea muta i propri indirizzi, allora richiama l’esecutivo ad un mutamento della propria politica, ma così non è stato ed io mi auguro che così non sia, che così non stia pensando di fare l’assemblea perché altrimenti lo dica, la Democrazia Cristiana che vuole mutare la propria linea politica. Onorevole Rojch se questo è il significato delle vostre prese di posizione, cioè che vorreste modificare la vostra linea politica, questi indirizzi, allora formate una specifica richiesta e allora ci confronteremo su queste nuove posizioni che la Democrazia Cristiana dovesse assumere. Ma se la Democrazia Cristiana non ha cambiato posizione allora valutate positivamente ciò che il governo della Regione, in coerenza con gli indirizzi stabiliti col vostro concorso produttivo, serio, responsabile concorso, quello che il Governo sta operando in difesa della dignità di tutti e non solo della maggioranza. Perché un governo una volta che si è insediato, non rappresenta solo la maggioranza ma l’intera collettività. e mi consenta, onorevole Floris, evidentemente il bisogno di contrastare purché sia la Giunta 1’ha indotta ad affermazioni davvero oltre che ingenerose, inopportune e tutto sommato volte ad indebolire la posizione del governo alla vigilia di un incontro che il governo regionale deve avere col Governo dello Stato. Lei mi accusava di avere sciolto dei peana al mio personale trionfo. La richiamo a un’intervista che ho rilasciato appena due giorni dopo la telefonata del Ministro Spadolini ad uno dei giornali più diffusi in Sardegna, che mi ha proprio posto la domanda: Presidente, un successo, una vittoria, Presidente Melis?
Non si possono usare toni trionfalistici non è una vittoria né di Melis né della Giunta, ma della correttezza nella gestione dei rapporti tra le istituzioni. Una svolta dunque? Sì, una svolta nei rapporti tra Stato e Regione su un problema di grande importanza, e noi siamo lieti di aver contribuito a determinarla. Io credo che un linguaggio più responsabile non potessi usare, io credo che una deferenza più totale al ruolo istituzionale non potessi esprimere, così come è tempo di finirla di accusare questo Presidente di cavalcare chissà quali avventurismi, perché contrasta le servitù militari laddove si atteggiano in forme prevaricanti e limitative al diritto dei sardi di poter disporre del loro territorio, limite che può essere legittimato solo da contrastanti esigenze assolute e inderogabili della difesa dello Stato.
Ma proprio a un giornale che è tra i più duri, violenti avversari di questa Giunta regionale e del suo Presidente, tanto è che a questa intervista che a quel giornale io ho concesso si è fatto seguito con un commento di redazione violentissimamente offensivo della mia persona, quindi non è sospetto di aver accolto in forma benevola le mie dichiarazioni, io ho testualmente detto: non ho preclusioni politiche nei confronti degli USA e non ho neppure titoli per mettere in discussione le alleanze dello Stato che tra l’altro mi vanno bene. Ma come volete che lo spieghi che la Giunta è dentro la Costituzione, che la Giunta è dentro la politica estera dello     Stato, che la Giunta è dentro le alleanze militari decise dal Parlamento? Perché vi inventate un avversario di pura fantasia per polemizzare con questo?
È troppo facile inventarsi un avversario di fantasia e poi incrociare le armi, ma combattete nel nulla.
– Rojch (D.C.). Sono i partiti della maggioranza che l’hanno detto
– Melis  (P.S.d’Az.), Presidente della Giunta. Combattete contro i fantasmi che voi stessi evocate. Evitate di evocare fantasmi. Certo, in questa intervista vi era anche un’affermazione che può e poteva suscitare la legittima protesta dei colleghi di parte comunista, quando mi si chiede: ma tu stai facendo il gioco dei comunisti? Io sto facendo gli interessi della Sardegna e la Giunta sta facendo tutto questo. I comunisti non mi risulta che abbiano questo senso terzomondista, i comunisti son un Partito estremamente legittimista, sono un Partito d’ordine, non li ho mai visti assumere una posizione sconvolgente su nessun tema di servitù militari, nel riassumere mi scrive che è un Partito statico. Io che devo dire? Potevo fare una precisazione su questo punto, avrei dovuto scrivere un romanzo su tutti gli insulti che ha scritto sul conto mio, che sono molto più pesanti che non la staticità del Partito comunista, ma detto questo -voglio ricordarvi ancora che proprio su questo punto poteva sfuggire quest’articolo di un giornale che esce a Milano, ma non doveva sfuggire quanto dico a un giornale in Sardegna.
Prossimo obiettivo qual è Presidente? Riduzione qualitativa e quantitativa delle servitù militari? Noi siamo contro tutto ciò che tende a diventare sperimentazione di guerra, non finalizzata alla difesa dello Stato. Non riguardano la Sardegna gli interessi del Mercato internazionale delle armi. Parlo della Cubic Corporation. Non vorrei dare la sensazione di voler sferrare attacchi particolari contro questi o quelli. Mi riferisco a tutti gli insediamenti militari che sono estranei alla difesa dello Stato. Mai, in nessun momento la Giunta ha dichiarato guerra all’America. La Giunta ha però detto che i rappresentanti della Cubic Corporation mi pare che si pronunci così, non vorrei trovare in quest’Aula qualcuno che mi corregga ancora una volta come è stato fatto alla televisione, perché pronunciavo questa parola inglese in modo diverso. Ho giustamente, secondo mio avviso,e non ho bisogno di consultare il Consiglio perché appartiene a chi esercita un ruolo di governo difendere le istituzioni in ogni momento quando si scopra che un consorzio privato americano, che ha rapporta con i comandi militari, gestisce direttamente installazioni militari, installazioni che sono limitative del diritto dei cittadini a fruire del loro territorio, limitative dei poteri dei sindaci nella disponibilità, nel governo del territorio, per cui si sentono respingere non dai poteri dello Stato ma da forze che sono estranee allo Stato.
Questo il Presidente della Giunta non lo può consentire e ha scritto in proposito.
Ai comandi militari dello Stato trovando piena solidarietà, trovando piena comprensione, pieno apprezzamento su questa linea e mi debbo sentire contestare in quest’Aula quando i militari sono d’accordo, quando i militari dell’Esercito italiano sono insorti sdegnati di fronte a questo lassismo che aveva permesso a imprese private di andare a impartire ordini a sindaci, ad amministratori, io ho qui le lettere dei sindaci che solidarizzano con me per aver assunto una posizione che finalmente fa chiarezza nei loro rapporti con questa entità dì cui fra l’altro ignoravo1’esistenza, ne ho preso conoscenza proprio per le proteste dei sindaci e anche perché si sono rivolti direttamente al Presidente della Giunta per ottenere dal Presidente della Giunta la concessione di terreni da destinare ad eliporto, quasi che io possa concedere a chicchessia espropriazioni finalizzate a questioni militari, per giunta rappresentanti un’entità estranea allo Stato. A parte il fatto che non ho potere di espropriazione in genere per questioni di questo tipo. Evidentemente su questo piano io speravo di avere la piena solidarietà e avevo il diritto di ottenere la piena solidarietà del Consiglio regionale, e sono certo che dopo questo chiarimento, questa solidarietà mi possa essere concessa senza riserve. Cosa è successo colleghi in tutta questa vicenda? Nulla di così drammatico, di così sconvolgente. Il comando militare di La Maddalena chiede di estendere le servitù militari in quel territorio, in termini profondamente innovativi sulla situazione precedente, solo che presenta il problema in termini di pura e semplice proroga, proroga dell’esistente, ma era la proroga con un ampliamento di dieci ettari. Evidentemente non è una proroga, ma è un fatto che innova quanto meno aggravando la precedente servitù, almeno nel normale diritto civile per chi studia, per chi conosce i principi generali dell’ordinamento si chiama aggravamento della servitù vietato dal nostro ordinamento giuridico, se non legittimata e consentita dai casi che la legge stessa prevede, e la legge 898 prevede anche questa ipotesi, ma prevede anche le procedure perché si possano realizzare, oppure si chiede la proroga di una servitù che è dismessa da oltre quarant’anni, quasi che non si sappia che una servitù dismessa cessa di essere servitù. La servitù per mantenere i suoi requisiti giuridici, la sua vigenza, deve essere esercitata, nel momento in cui non è esercitata si estingue. Non si può parlare di proroga di una servitù che è estinta da quarant’anni. Ecco, quando si pongono in essere due procedure di questo tipo e poi si parla di proroga di una servitù, dimenticando di precisare che una di queste ha costituito oggetto di lavori che si sono iniziati senza che la Regione sia stata informata, senza che ne sia stato informato il Comitato misto paritetico, ebbene, la Regione sente il dovere, ecco perché l’iniziativa è stata assunta non nei giorni in cui Gheddafi imperversava sulle 
prime pagine dei giornali, ma nell’ottobre del 1985, quando nel rapporto con i propri rappresentanti in seno al Comitato misto paritetico, la Giunta dà direttive precise sulle proprie posizioni politiche chiede ai suoi rappresentanti di opporsi alla proroga che assume solo nomine iuris di proroga, ma in effetti è la creazione di una nuova servitù, quella così detta ex batteria, che ce l’ha pure nel nome l’estinzione, ex, non più in atto, e la estensione di quell’altra parte che è più specifica, situata a Santo Stefano e che è correlata alla posizione di quella nave appoggio dei sommergibili nucleari così detta Orion. E questo hanno fatto i nostri rappresentanti, si sono opposti motivando e hanno fatto venire a mancare l’unanimità, cioè hanno creato i presupposti giuridici perché non si perfezionasse la procedura dell’ampliamento delle servitù per le quali occorre l’unanimità, tant’è che il comandante del basso Tirreno dice: “Visto il verbale di… tenuto conto del parere favorevole del Comitato misto paritetico…” e no, visto il parere favorevole della maggioranza del Comitato misto paritetico, quel provvedimento è stato emanato irritualmente, illegittimamente. Che deve fare l’amministrazione regionale di fronte alle violazioni di legge, che tra l’altro vanno ad ampliare le servitù militari contro le quali il Consiglio regionale ci ha chiesto di opporci? Non ha fatto altro che opporsi, ha impugnato il provvedimento, ma guarda caso in quei giorni era scoppiato il terremoto di Fiumicino e di Vienna. Noi che dovevamo fare? Lasciar decadere l’amministrazione regionale dai suoi diritti? Dovevamo rendere definitive le nuove servitù illegittimamente costituite? Io credo che se i colleghi del Consiglio regionale e le parti politiche che sono insorte rilevando chissà quali inopportunità avessero valutato con la stessa serenità del Ministro, onorevole Spadolini, il problema, avrebbero ritenuto che l’amministrazione regionale stava facendo il suo dovere. Certo, il Ministro ha ritenuto che noi abbiamo fatto il nostro dovere, ed ha assunto l’iniziativa telefonando personalmente al Presidente della Giunta di dire: “Ho disposto la sospensione dei lavori, ho disposto la sospensione delle due servitù, perché evidentemente illegittime; sono disponibile a venire in Sardegna per il riesame globale di tutta la tematica, ma era un problema che noi abbiamo sollevato sin dalla costituzione della prima Giunta regionale, tant’è che si sono svolti una serie di incontri tra l’Assessore Cogodi e il Sottosegretario Olcese, delegato a questo fine dal Ministro Spadolini. Una serie di incontri purtroppo che non hanno portato a conclusioni probabilmente perché il Sottosegretario Olcese non si sentiva sufficientemente investito da poteri decisionali, poi evidentemente saranno insorti altri problemi in sede di Governo per cui non si è riusciti a sollecitare questi incontri, ma da parte della Giunta regionale si è tentato in tutti i modi e in tutte le forme addirittura prima che si adottasse il provvedimento che oggi abbiamo impugnato il Presidente della Giunta regionale, per evitare l’impugnativa, ha chiesto al Ministro di intervenire, ha chiesto al Presidente del Comitato misto paritetico di soprassedere per dare alla Giunta la possibilità di un confronto politico su questi come su tutti gli altri temi della presenza militare in Sardegna. Purtroppo l’autorità militare non ha ritenuto di dare seguito a questa richiesta. Ha proceduto alla decisione che vi ho ricordato, sia pur riducendo l’iniziale preventivo di dieci ettari a poche centinaia di metri quadrati, così dice nell’ampliamento, e mi ha telegrafato soltanto dopo le decisioni già assunte, il comandante militare Presidente del Comitato misto paritetico, dicendo che, per un riguardo al Presidente della Giunta e per venire incontro alle sollecitazioni dell’amministrazione regionale, si era proceduto ad un irrilevante ampliamento della servitù nell’ordine del 5 per cento. Tutta una situazione che va ricondotta nell’alveo della legge, che va ricondotta nell’alveo dell’ordinamento dello Stato, che va ricondotta nell’alveo della normalità. Di che ci allarmiamo colleghi? Il fatto che noi ci richiamiamo alla legittimità, che ci richiamiamo all’ordinamento, che ci richiamiamo al rispetto dei deliberati consiliari? Io non saprei, ciò che posso confermare è che la Giunta ha fatto il suo dovere ed oggi si trova di fronte alla richiesta del comitato paritetico di riaprire subito, il giorno 17 il discorso sulla ricostituzione di quelle servitù. Mi dice il comandante militare di la Maddalena, che in ogni caso si tratterà di un’ulteriore riduzione della presenza militare a la Maddalena, il Ministro dice sgombriamo il campo di un problema particolare, la Maddalena, anche perché quello dà luogo a problemi, di carattere sociale, lasciamo definire questo problema e poi affrontiamo tutto il resto. Confermo un telegramma che ho ricevuto qualche ora fa quando l’onorevole Rojch si lamentava del fatto che io non l’ho ascoltato però vedo che neanche lui ascolta le risposte, quando si  lamentava del fatto che io mi fossi allontanato un momento, sono andato a ricevere il telegramma del Ministro Spadolini che mi comunicava appunto dell’opportunità che si vada ad un confronto che ha riconfermato come imminente sui problemi globali delle servitù militari lasciando che al momento si definisca la questione di La Maddalena.

Credo di aver risposto alle opposizioni, voglio rispondere ai colleghi della maggioranza per ringraziarli della solidarietà, per ringraziarli delle posizioni di grande chiarezza nelle linee che hanno espresso attraverso il collega Sciola, attraverso il collega Falchi attraverso il collega Catte. Non mi pare che abbiano parlato altri io purtroppo non ero presente a tutto il dibattito, ah già il collega Onnis, ho sentito il collega Onnis e lo ringrazio delle puntualizzazioni delle quali ho condiviso tutte le affermazioni e anche, perché no, una parte delle riserve perché effettivamente in una tematica così complessa così articolata può darsi che si possano di volta in volta scegliere momenti e atteggiamenti forse migliori. Quello che io so è che abbiamo fatto nei limiti delle nostre capacità e possibilità tutto il nostro dovere.