Lettera a Giuseppe Pisanu – 3 luglio 2002

Caro Beppe,
comincio a credere che le vie del Signore siano davvero infinite. Perché i proiettori di luce di tutta Italia e d’Europa, si fermassero su di te – Ministro degli Interni – non c’era proprio bisogno dello sfogo stizzito del tuo predecessore. Nel tempo breve della nostra esistenza, il tuo cammino, per quanto prestigioso e gravato da qualificate responsabilità, è stato lungo, difficile, fatto di scelte e di valori personali.
Sei al vertice dello Stato ed il mio “in bocca al lupo”, che da sardo incartapecorito nell’utopia federalista, è venato di emozione e di quel fervido guazzabuglio di fiducia e speranza , non è turbato dalla diversa militanza.
So che la diversità, che conservo come gemma bella e preziosa, arricchisce con il confronto anche il rapporto umano.
Di recente ci siamo salutati a Cagliari con la stessa calda cordialità del giorno prima – pur distante anni. La fede autentica, specie se attivamente praticata, porta ad amare il mondo e i suoi protagonisti.
Quale il mio auspicio, oltre le tue migliori fortune? Che tu possa assolvere ad un ruolo primario nella riforma e democratizzazione dello Stato: il federalismo – non quello fasullo, discriminatorio e isolazionista (che federalismo non è) – ma quello fondato sulla solidarietà, ricco di empiti radicati in storie diverse, sofferenze, potenzialità e culture diverse; non antitetiche, ma diverse. Il resto è egoismo.
Ti abbraccio, Mario