Intervento per “L’Unione Sarda” – 19 settembre 1997

Conosco Niki Grauso da tempo avendo avuto durante gli anni della mia presidenza alla Regione molteplici occasioni d’incontro e confronto. Ho così potuto sperimentarne sensibilità, intelligenza e operatività imprenditoriale sì da considerarlo uno dei più prestigiosi manager sardi.
Come non riconoscere che è stato il primo e – per anni – il solo (fra i pionieri in Italia) a sfidare il monopolio RAI e a intuire l’immenso potenziale dell’elettronica creando “Videolina” e dando così ai Sardi – sul piano dell’informazione – una voce indipendente quando “L’unione” e “La Nuova” facevano parte dell’impero Rovelli?
Grauso ha fantasia, visione panoramica internazionale del mercato, dinamismo.
Il suo tallone d’Achille è forse l’eccessiva fiducia nella concreta possibilità di realizzare da solo i pur validi obiettivi che si propone; non sempre fa il passo secondo la gamba.
Del Grauso politico posso dire solo cose generiche.
I programmi hanno infatti perduto il significato e il peso di un tempo: oggi dicono tutti più o meno le stesse cose che si riducono, per altro, a buone intenzioni condizionate dall’irresistibile vocazione al “consociativismo” o, come si dice oggi, all’ “inciucio”.
Qualche perplessità sul politico Grauso deriva dall’essersi egli scoperto questa vocazione in polemica con l’attuale Giunta accusata di aver lasciato morire o, comunque, decadere iniziative industriali create o gestite dallo stesso Grauso.
Credo alla buona fede ma il pericolo del partito-azienda è nelle cose. Di Berlusconi politico uno basta e avanza, o meglio: è già troppo!
Ad accostarlo a questi è anche il fatto che è il solo politico in Sardegna a possedere un formidabile apparato pubblicitario attraverso gli organi d’informazione di cui è proprietario: “L’Unione Sarda”, “Videolina” e altro.
Saprà superare questa commistione privilegiando le scelte politiche su quelle aziendali che, pur legittime, sono per lui non meno pressanti?
E ciò che gli auguro per il domani politico suo e di tutti noi.

Nota a mano:
Caro Celestino,
eccoti le mie riflessioni: Sono mortificato per l’eccessiva lunghezza, ma l’intrinseca contraddittorietà del giudizio mi ha costretto al chiarimento.