Lettera al dott. Lugi Offeddu de “Il Giornale Nuovo” – 10 novembre 1988

Caro Offeddu,
nell’esprimerti apprezzamento per la sintesi che hai fatto della nostra conversazione – intervista sul tema del referendum – rilevo un passaggio che non rispecchia il mio pensiero e sul quale ti chiedo la cortesia di una precisazione.
Infatti, laddove mi chiedi un giudizio sul peso che hanno avuto i Comunisti sul “no” del Partito Sardo ai missili USA ho sottolineato che i Comunisti si atteggiano in modo coerente alle direttive e posizioni assunte dalla loro Direzione romana. Prassi piuttosto diffusa fra i partiti nazionali presenti in Sardegna.
Ho detto altresì che sul problema la loro testimonianza non è esaltante tanto che hanno rifiutato di promuovere un’iniziativa consiliare sul referendum proposta dai Sardisti e che anche nel loro partito (ma il fenomeno è palese anche in sede nazionale) si registrano correnti e conflittualità, talvolta molto aspre, che un tempo erano riservate solo ai partiti borghesi.
Non ho detto, perché non lo penso, e mi dispiace che le riserve come sopra espresse te ne abbiano dato l’impressione, che i loro dirigenti siano mediocri.
Il mio giudizio non poteva riguardare le persone (con molte delle quali ho rapporti oltreché di stima anche di amicizia), ma l’azione politica che, nel caso particolare, non mi è apparsa esaltante.
Il riferimento al Presidente della Repubblica infine mi pare d’obbligo nel senso che il supremo garante della Costituzione, nel tutelare i valori dell’unità e difesa dello Stato, non può lasciar mortificare ed annullare la soggettività ed i diritti politici dei cittadini. Per questo, dovrà sentire anche noi!
Con viva cordialità…