Transito del Gas naturale sulle grandi reti (Relazione Gasoliba) Parlamento Europeo – 15.04.91

Melis (ARC) Signor Presidente, l’esame in seconda lettura della tematica relativa alle grandi reti di trasporto del gas offre opportunità di meglio definire valutazioni già espresse a suo tempo in ordine ad alcuni obiettivi di fondo. Tali obiettivi sono, in particolare: aumentare la disponibilità di fonti energetiche alternative, sì da garantire una riduzione della reale dipendenza dal petrolio e dal nucleare; favorire il formarsi di una dinamica commerciale che, stimolando la concorrenza, riduca costi di produzione, trasporti e, in ultima analisi, il prezzo finale, pagato al consumo sia dalla grande come dalla piccola utenza; garantire certezza di approvvigionamenti, in virtù di norme cogenti assunte dagli Stati membri, affinché i soggetti, titolari diretti di trasporto, collegandosi tra di loro, non si chiudano nell’oligopolio e non oppongano rifiuti od ostacoli alla concorrenza; abbattere drasticamente l’indice d’inquinamento atmosferico, in conseguenza delle migliori qualità della fonte energetica.
Certo, il dibattito sulle concrete possibilità di raggiungere tutti i traguardi proposti evidenzia interrogativi di non facile soluzione, specie sull’impatto che potrà determinarsi in conseguenza dell’aumento della domanda di gas ai fini energetici, tema che fa emergere alle soglie del ’92 il problema di un diverso e più incisivo governo politico del mercato.
Per concludere, voglio comunque ribadire come questa diffusa disponibilità di fonti energetiche dovrà stimolare soprattutto l’autonomia energetica, ovunque essa sia resa possibile dalle disponibilità delle materie prime.
Ad esempio, Corsica e Sardegna, con enorme disponibilità di corsi d’acqua la prima, e grandi giacimenti di carbone la seconda, dispongono di potenziali energetici che non attendono che di essere utilizzati. Di qui il problema preliminare a tutti gli altri: organizzare il potenziale idroelettrico corso e termoelettrico sardo mediante gasificazione del carbone sardo e le relative reti di distribuzione all’interno delle due isole, prima di estendere a queste i gasdotti delle reti continentali. Altrimenti, l’operazione assumerebbe il carattere di una nuova, pesante ed inaccettabile operazione coloniale diretta a soddisfare interessa esterni alle isole, con il pretesto di fare gli interessi di queste.